Algeri blindata, ma l''opposizione c''è' | Giuliana Sgrena
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Algeri blindata, ma l''opposizione c''è'

Scontri e repressione durissima

Algeri blindata, ma l''opposizione c''è'
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20 Febbraio 2011 - 11.52


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Un elicottero ha continuato a sorvolare la piazza Primo maggio fino al tramonto, quando tutti i manifestanti contro il regime sono stati dispersi. Così come i giovani ingaggiati per sostenere il presidente Bouteflika.
È stata lunga la giornata indetta dall”opposizione algerina riunita nel Coordinamento nazionale per il cambiamento e la democrazia (Cncd) che vuole mettere fine a un regime oppressivo e corrotto e instaurare uno stato di diritto. L”appuntamento era, come la settimana scorsa, a piazza Primo maggio, diventata la «piccola Tahrir». Ma se i simboli contano è meglio distruggerli. Ieri mattina le forze dell”ordine – si parla di 40.000 agenti dotati di mezzi blindati e antisommossa – hanno blindato l”area. Scendendo dall”alto la piazza appariva come un”enorme macchia blu: blu le divise degli agenti, blu i loro mezzi, le tende delle case che circondano la piazza e anche il cielo.
Impossibile mettere piede nella piazza persino per i giornalisti, figuriamoci per i manifestanti. Bloccate anche le vie intorno. Fermi i treni, bloccati con numerosi posti di blocco gli arrivi dalla Kabiliya (Tizi Ouzou, Bejaya, Boumerdes). La campagna del regime contro l”opposizione non ha risparmiato colpi. Da giorni arrivavano sms che dicevano: «Saadi vattene, Bouteflika non è Mubarak». Inoltre sono state fatte offerte di posti di lavoro e di alloggio in cambio del sostegno a Bouteflika. Sono sicuramente promesse che fanno presa, soprattutto nei quartieri emarginati, e che inducono qualcuno a dire che quella in corso è una rivolta borghese. Certo tra i manifestanti ci sono intellettuali, liberi professionisti, giovani studenti, ma anche facce di vecchi militanti, disoccupati e precari, convinti che la non c”è distinzione tra «uguaglianza politica e uguaglianza sociale».
Soltanto una minima parte (diverse centinaia, forse un paio di migliaia) di coloro che vogliono il cambiamento sono riusciti ieri ad arrivare nelle vicinanze di piazza Primo maggio.
Un primo gruppo si è organizzato nel vicino quartiere di Belcourt e ha fatto irruzione da dietro urlando «Potere assassino». Erano passate da poco le nove, da allora è stato un continuo di scontri tra gruppi che arrivavano da tutte le vie adiacenti e venivano respinti dalla polizia. I manifestanti avanzavano fino a toccare i poliziotti protetti da scudi e manganelli. All”inizio i poliziotti si limitavano a respingere i militanti che esponevano i loro cartelli: «Algeria libera e democratica», «Il popolo vuole la fine del regime», «Systeme dégage», «Ladri e assassinii e si dicono patrioti», «Ouyahia (il primo ministro, ndr) ladro», «Vogliamo la nostra ricchezza», poi li costringevano a indietreggiare. Qualcuno scherzava: «Non abbiamo mai visto marciare all”indietro». Ma poi i poliziotti si scatenavano con manganelli, scudi e calci. Il boulevard Mohamed Belouizdad si è trasformato nel teatro della manifestazione, insieme a tutte le vie adiacenti.
Si sono formati capannelli intorno agli esponenti più noti, la polizia ha cercato di isolare questi personaggi, tra cui il novantenne avvocato Ali Yahia Abdenour, presidente d”onore della Lega per la difesa dei diritti dell”uomo che non ha voluto mancare all”appuntamento che, ha detto, è di tutto il popolo algerino.
A un certo punto alcuni giovani si sono accaniti contro un uomo steso a terra, si trattava di Belaid Abrika, leader del movimento degli Aarouch (protagonista della rivolta della Kabiliya nel 2001), che ha rischiato di essere linciato dai sostenitori di Bouteflika che giravano armati di coltelli.
Sorte peggiore toccava al deputato Tahar Besbes del Raggruppamento per al cultura e la democrazia (Rcd) che, colpito in viso dai poliziotti, è caduto a terra battendo la testa sul marciapiede, riportando un trauma cranico e altre ferite al corpo e alla caviglia. Portato al vicino ospedale Mustapha, nel pomeriggio le sue condizioni sono migliorate. Nello stesso ospedale era stato portato anche il presidente del sindacato autonomo Snapap, Rachid Malaoui.
Numerosi anche i fermati che però sono stati subito rilasciati. Come la settimana scorsa, anche ieri erano presenti sul boulevard Belouizdad decine di giovani pro-regime (con manifesti di Bouteflika) che si sono avvicinati fino a sfiorare i manifestanti dell”opposizione senza che i poliziotti li fermassero. I giovani oltre a urlare slogan come «viva Bouteflika» e «vogliamo la droga gratis» (e non parlavano di legalizzazione dell”erba) hanno cercato di spaventare i manifestanti facendo esplodere numerosi petardi. «In Egitto usano i cammelli, qui i petardi» osservava un giovane.
La giornata è stata dura, i poliziotti hanno cercato di non lasciare troppi segni della propria repressione – non hanno fatto uso di lacrimogeni e di armi – anche se hanno ridotto in condizioni molto gravi un deputato. Evidentemente il regime si sente sotto osservazione del mondo occidentale e non vuole compromettere i buoni rapporti. Ieri El moujahid (quotidiano governativo) titolava infatti: «Gli Stati uniti e la Gran Bretagna “incoraggiati” dalle decisioni del presidente Bouteflika», che dovrebbero essere la fine dello stato di emergenza e l”apertura dei mezzi audiovisivi pubblici a tutti i partiti. Promesse che finora non hanno avuto applicazione. E che, comunque, all”opposizione non bastano.

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