Il presidente egiziano Mohammed Morsi ha riaperto lo scontro con i militari con la destituzione del potente generale Tantawi da Ministro della difesa e capo delle forze armate. È stato sostituito dal generale Abdul Fatah el-Sisi. Se Tantawi rappresentava la continuità con il regime di Mubarak (comunque Morsi l’ha nominato vicepresidente e quindi posto al riparo da qualsiasi procedimento penale), el Sisi non è comunque una rottura. Il nuovo Ministro della difesa e capo delle forze armate, meno noto del suo predecessore, proviene dall’esercito di Mubarak e nel vecchio regime ha fatto parte anche dell’intelligence. Ma ha il merito, agli occhi di Morsi, di essere considerato dei Fratelli musulmani o comunque molto vicino alla loro visione della politica e della società.
Durante la rivoluzione ha rotto con ogni ambiguità sostenendo i test di verginità. Accusato di aver sottoposto le donne a questa umiliazione ha infatti ammesso “Ebbene sì, abbiamo fatto quei test ma lo abbiamo fatto per proteggere da false accuse sia le donne che i nostri soldati…. “. Poi per esplicitare maggiormente il suo pensiero aveva aggiunto subdolamente: “Perché quelle donne non sono come le mie figlie, o le vostre…..”
Un nuovo colpo alle donne che hanno partecipato in prima fila alla rivoluzione di piazza Tahrir e che difficilmente potranno ottenere qualche riconoscimento se non torneranno in piazza. Nel parlamento – sciolto dai militari e riesumato dal presidente – su 498 parlamentari le donne sono 12. E pensare che l’Egitto, dove le prime lotte femministe risalgono al 1919, già nel 1956 aveva potuto vantare la prima donna ministro (l’Italia ha dovuto aspettare il 1976).
Comunque il nuovo ministro è gradito a inglesi e americani e, quel che più conta nell’area, ha buoni rapporti con Israele.