Sabato 13 maggio si è svolta a Cagliari una bella manifestazione per la pace e la non violenza, nel cinquantesimo anniversario della marcia che aveva organizzato qui in Sardegna il teorico della non violenza in Italia, Aldo Capitini. Capitini lo aveva fatto per ricordare i bombardamenti di Cagliari avvenuti il 13 maggio del 1943.
Oggi la giornata dedicata alla pace e alla non violenza deve essere riempita di fatti nuovi ma che ci riportano all’indomani della seconda guerra mondiale, alla liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo e alla costituzione che è stata elaborata subito dopo. All’articolo 11 la costituzione ripudia la guerra per la soluzione dei conflitti, eppure l’Italia fa delle missioni militari l’azione più importante della propria politica estera. Ma, siccome la nostra costituzione ripudia la guerra, ipocritamente il governo italiano chiama le missioni di guerra missioni di pace. E i caduti in guerra si chiamano eroi. Rispettiamo tutte le vite umane, ma se le azioni si chiamassero con il loro nome anche chi parte per missioni di guerra sarebbe più consapevole dei rischi che corre.
In una missione di pace e di solidarietà era invece impegnata Rossella Urru, quando è stata rapita in un campo profughi sahrawi in Algeria lo scorso ottobre. E una manifestazione per la pace, fatta nella terra della volontaria rapita, è stata anche l’occasione per chiedere la sua liberazione. “Rossella Libera” era riportato su tutti i volantini ed era ribadito nei vari incontri della giornata.
Occorre impegnarsi perché le istituzioni si sentano ogni giorno sollecitate ad agire per ottenere la liberazione di Rossella, come quella di tutti gli ostaggi italiani e non. Con Rossella sono stati rapiti due spagnoli, un uomo e una donna.
Speriamo che possano tornare a casa tutti e presto.