In un governo che, come dice Nichi Vendola, propone “la cicuta agli italiani” penso che due ministre in particolare si salvino: Bonino e Kyenge. Della titolare degli esteri mi convince l’approccio allo scenario internazionale – niente armi alla Siria ad esempio – e la posizione in questo momento particolare sull’Egitto, dove bisogna scongiurare l’escalation militare senza ignorare la volontà di milioni di egiziani che sono contro Morsi. Dichiarazioni pacate che mi sembrano appropriate e condivisibili.
Bonino dimostra di conoscere bene la realtà – del resto ha vissuto anni in Egitto – e di affrontarla seriamente senza cedere alle scorciatoie di slogan superficiali. Lo stesso vale per la questione delle migrazioni. E non posso certo dimenticare l’impegno che occorre mantenere per la liberazione del giornalista Domenico Quirico (scomparso il 9 aprile) e di padre Dall’Oglio entrambi rapiti in Siria. L’atteggiamento della ministra, anche se in un governo che si caratterizza per l’ambiguità, l’opacità, le contraddizioni insite nelle larghe intese, si distingue per la serietà e la “professionalità” e sarebbe comunque una garanzia se questo governo dovesse arrivare al semestre di presidenza italiana della Ue.