Sono molto colpita dalle reazioni violente alla mia presa di posizione in merito alla decisione della Ferrari di correre con la bandiera della Marina militare italiana. Peraltro non si è tenuto conto dell’indignazione suscitata a livello internazionale, quindi, forse, occorrerebbe chiedersi se la scelta della Ferrari servirà veramente alla causa dei due fucilieri italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, o otterrà l’effetto opposto.
Si sbaglia chi ritiene che io voglia la loro condanna, al contrario, sarei felice di sapere che non sono stati due soldati italiani ad uccidere due pescatori indiani, anche se purtroppo ci sono già state altre vittime civili delle truppe italiane all’estero (compresa una bambina afghana di 13 anni).
Quello che io chiedo è solo giustizia per tutti, italiani e non. Avrei voluto un processo in Italia per giudicare Mario Lozano, il soldato americano che ha sparato a Calipari, non perché fossi convinta della sua colpevolezza e nemmeno perché volevo un capro espiatorio, ma perché un omicidio non può essere impunito, nemmeno quando è commesso da un militare. Ritengo che le truppe (di qualsiasi origine e in qualsiasi paese siano impegnate, ma non dovrebbero nemmeno esserlo) non debbano godere di impunità.
Torniamo ai marò. Forse la giustizia indiana è troppo lenta, ma in questo è simile a quella italiana, o forse la nave da dove sono partiti gli spari era in acque internazionali, oppure semplicemente non sono stati gli italiani a uccidere i due pescatori indiani. Quello che mi sembra legittimo da parte degli indiani è insistere per l’accertamento della verità, che dovrebbe anche essere nell’interesse dell’Italia e della Marina militare. Quello che mi risulta poco accettabile è l’arroganza con cui si sostiene che noi “dobbiamo andare a prenderci i nostri marò”. Solo perché si trovano in India, se fossero stati negli Stati uniti nessuno avrebbe osato alzare la voce come nessuno ha osato chiedere agli Usa di far processare Lozano. È questo discutibile uso delle leggi internazionali per affermare la giustizia o la non giustizia che non penso sia accettabile.
Dopo di che spero che i marò possano dimostrare la loro innocenza. E se invece saranno condannati, potranno comunque tornare in Italia e non solo loro ma anche gli altri 18 italiani già condannati e di cui nessuno si cura. Forse proprio grazie ai marò l’Italia ha sottoscritto in questi giorni un accordo in base al quale tutti i nostri cittadini condannati in India potranno scontare la pena in Italia. E questa è una buona notizia.