È stata una campagna elettorale faticosa, ma anche entusiasmante. È cominciata con la raccolta delle firme che ha portato molti di noi in Val d’Aosta quando faceva ancora freddo. Ma proprio dove era più ardua la raccolta delle firme abbiamo ottenuto un ottimo risultato.
Una campagna da «candidata fai da te»: ho girato in lungo e in largo Piemonte, Lombardia e Liguria con lo zaino sempre pieno di volantini. Ho quasi sempre viaggiato sui treni regionali, sporchi, affollati e lenti. Ho verificato la mancanza di collegamenti, gli ultimi tagli in Piemonte li ha fatti Cota e ha eliminato anche il treno Domodossola-Torino. Dopo aver percorso le linee a binario unico, con treni che vanno ancora a Diesel la mia già convinta opposizione alla Tav si è consolidata di giorno in giorno.
Sono stata accolta, ospitata, confortata da questa nuova compagine di militanti per L’altra Europa con Tsipras. Ho dovuto spiegare chi eravamo, cosa volevamo, perché candidavamo un greco alla commissione europea, ho dovuto respingere indifferenza, diffidenza, ostilità. Ho cercato di convincere chi non voleva più votare, chi non voleva saperne di una nuova lista «tanto siete tutti uguali», chi voleva passare dal Pd a Grillo.
Sono state giornate interminabili, la sveglia all’alba per prendere un treno, un pullman, trasferirsi da una città all’altra, da un mercato a un altro, fermandosi a un gazebo a distribuire volantini, prima di un dibattito pomeridiano che si concludeva inevitabilmente con un’apericena. Lo sprizz in versione Tsipras, quindi rigorosamente rosso, è stato sempre il momento da godere con le compagne e i compagni, finalmente un po’ di convivialità senza mai abbandonare il tema elezioni e la solita domanda: «tu che giri, che sensazione hai?» La risposta dipendeva dai momenti, la sensazione era sempre l’ultima.
Dopo l’aperitivo un nuovo incontro, fino a tardi.
Negli ultimi giorni prendendo il volantino a volte mi chiedevano se eravamo i greci, in fondo era un modo per dire che avevano capito chi eravamo.
L’ultimo giorno a Genova, insieme a Gigi e Lorena, abbiamo fatto il giro della città vecchia (dalla casa di Mazzini al ponte della Resistenza) e qualcuno incontrandoci diceva che ci avrebbe votato. Il 4 per cento si avvicinava. Poi a Milano, al Parco Ravizza non eravamo molti, ma Moni Ovadia ci ha fatto sognare.
Tutto questo non sarebbe successo senza il lavoro instancabile dei ragazzi del circolo Bellezza, senza i tanti e tanti compagni/e (che non cito perché sono tanti, troppi) che con una generosità immensa hanno volantinato con il sole e con l’acqua, hanno raccolto i soldi per le iniziative, si sono inventati cene di autofinanziamento, hanno trovato anche il modo di rallegrarci con la musica: dal sirtaki a bella ciao.
Ho ritrovato compagni del passato ma soprattutto ho fatto molte amicizie nuove, anche con alcune/i candidate/i c’è stata una solidarietà, una complicità che non è solitamente diffusa tra chi è in corsa per una elezione. Ma tra di noi è prevalso l’entusiasmo che deriva dalla consapevolezza di partecipare a un progetto che potrebbe ricostruire una sinistra in Italia.
Abbiamo superato il quorum, anche se di poco, avremo tre eurodeputati. Io ho raccolto 31.030 preferenze, un buon risultato, che mi da la sensazione di aver dato un mio contributo alla nascita di questo progetto. Ma non avrei potuto farlo senza l’aiuto finanziario di chi ha generosamente sostenuto la mia campagna (di cui darò a breve conto sul sito) e ringrazio infinitamente.
È solo il primo passo, in molti, quelli che ci hanno votato, ci chiedono di non abbandonare il campo, non si può tornare indietro. Penso sia nostro dovere provarci. Io ci sono.