Obama sembra aver risolto nel migliore dei modi l”incidente che ha visto le dimissioni del generale Stanley McChrystal, dopo il suo atto di insubordinazione. A sostituirlo è stato chiamato il suo superiore, il generale David Petraeus, capo del Central command che controlla tutte le forze Usa in Medio oriente. Il generale Petraeus dunque fa un passo indietro e torna a verificare sul campo la strategia da lui elaborata (più per l”Iraq) e che il generate Mc Chrystal avrebbe dovuto applicare in Afghanistan.Se a Washington l”incidente può considerarsi risolto, la questione meriterebbe un maggiore approfondimento. Non tanto per le dichiarazioni sprezzanti di McChrystal nei confronti del presidente Obama e del suo staff, ma perché queste affermazioni così come quelle di molti soldati rivelano un grande malessere nell”esercito Usa in Afghanistan, scontri tra reparti, mancanza di coordinamento. E non basta la prospettiva dell”inizio del ritiro annunciato da Obama per luglio del 2011 a risollevare gli umori. Anzi. Quello che si sta prospettando è l”inizio della fine, ovvero la dimostrazione del fallimento dell”intervento occidentale in Afghanistan. Almeno nei suoi obiettivi dichiarati: la lotta al terrorismo e l”eliminazione di al Qaeda, le cui ramificazioni si sono andate estendendo.E poi i taleban, le posizioni da tenere nei loro confronti sono diverse tra Pentagono, Cia e Casa bianca. E mentre gli americani vanno alla ricerca dei taleban «buoni» Karzai offre una mano a tutti i taleban. In coincidenza con l”insubordinazione di McCrystal, è stato reso noto anche un rapporto del congresso americano secondo il quale i militari Usa finanziano «indirettamente» i signori della guerra (taleban compresi) per garantire la sicurezza dei convogli che riforniscono 200 basi militari soprattutto nel sud e nell”est del paese. Le mazzette che vanno ai signori della guerra fanno parte di quei 2,16 miliardi di dollari pagati dal Dipartimento della difesa Usa a trasportatori afghani. Il trasporto del 70 per cento del fabbisogno militare era stato affidato dal generale McChrystal a otto imprese afghane per favorire l”«imprenditoria locale». E si calcola che le imprese, che subappaltano i trasporti, assicurino il passaggio delle merci garantendo ogni settimana ai signori della guerra da 1,6 a 2 milioni di dollari. Difficile immaginare come si possa vincere una guerra contro nemici che vengono foraggiati e combattuti nello stesso tempo. Insubordinazioni, divisioni dell”esercito Usa e nel Pentagono, emergono proprio mentre sale il numero delle vittime Usa in Afghanistan e le grandi offensive annunciate per la primavera o sono fallite (Marja) o sono state rinviate (Kandahar). Il sostegno alla guerra in Afghanistan sta riducendosi all”interno del Congresso oltre che nel paese e queste notizie non invertiranno certamente la tendenza.Il malessere emerso rispetto alla guerra in Afghanistan, la mancanza di collaborazione tra reparti dell”esercito, la sfiducia nel governo Obama da parte dei militari avrebbero dovuto offrire l”occasione per valutare se la nuova strategia del presidente Usa funziona. Anche se di nuovo c”era solo il tentativo ingenuo e velleitario di vincere l”ostilità della popolazione dopo nove anni di guerra.Una guerra combattuta anche dall”Italia. Se il governo continua ad ignorare le conseguenze della drammatica evoluzione in Afghanistan, noi – sinistra, pacifisti – non possiamo farlo. ‘
L''Afghanistan che non si può dimenticare'
La strategia Usa con Petraeus
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27 Giugno 2010 - 11.52
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