L''America scopre che la guerra è inutile' | Giuliana Sgrena
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L''America scopre che la guerra è inutile'

Dopo otto anni

L''America scopre che la guerra è inutile'
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26 Gennaio 2010 - 11.52


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10 LETTERE E COMMENTI
26.01.2010
  • Riusciranno gli Stati uniti a realizzare quell”accordo con i talebanche Hamid Karzai insegue da tempo? Un tentativo avviato dagli Usa findal 2003, ma ora forse i tempi sono maturi per una trattativa apertatra i protagonisti in campo: gli Stati uniti forti di oltre 100.000uomini e i taleban che sono in grado di agire (militarmente) su circail 70 per cento del territorio, andando ben oltre le zone pashtun(abitate dalla loro etnia di provenienza). Se così fosse verrebbe inqualche modo valorizzato quell”ossimoro di origine latina che dice: sevuoi la pace prepara la guerra. Ma solo apparentemente. E poi di qualepace di può parlare se ci sono voluti otto anni di guerra e tantospargimento di sangue.
    L”elementonuovo sta nelle dichiarazioni del generale statunitense StankeyMcChrystal, comandante Nato in Afghanistan, arrivato alla conclusioneche: «Come soldato, il mio sentimento personale è che si è combattutoabbastanza. Quello che dobbiamo fare è creare le condizioni chepermettano al popolo di arrivare a una soluzione veramente equa sultipo di governo che deve guidare il paese». Finora avevamo sentitoparlare di nuova strategia da individuare prima dell”invio di nuovetruppe in Afghanistan e siccome il generale McChrystal è stato unodegli artefici della nuova spedizione, si può supporre che la sua siaanche la strategia di Barack Obama: rafforzare le posizioni per poitrattare, quello che stanno facendo anche i taleban a suon diattentati. Si sa i militari sono più pragmatici e sono i primi adaccorgersi quando una guerra è persa, anche se non sempre hanno ilcoraggio di ammetterlo, o comunque non c”è nessuna possibilità divincerla militarmente. E nessuna potenza militare (britannica,sovietica, americana) è mai riuscita a controllare l”Afghanistan.Meglio trattare, e con chi se non con i nemici? I taleban, perl”appunto. Sembra la solita storia, ma non è così. Per la prima voltagli americani sembrano fare una distinzione tra taleban (insorti) eterroristi di al Qaeda, e non è poca cosa. «È impossibile dipingere italeban con lo stesso pennello … (i comandanti e le truppe) nonvogliono continuare a pagare il prezzo imposto da al Qaeda per sempre»,ha detto il generale McChrystal.
    Forse l”insegnamento agli americaniè venuto dall”Iraq, pur con tutte le differenze che esistono tra i duepaesi. Sconfiggere al Qaeda (almeno in parte) voleva dire riconoscereche non tutti gli insorti erano jihadisti. Ma in Iraq c”era uninterlocutore politico credibile, in Afghanistan invece ci sono forzesostenute da una ideologia fondamentalista di cui forse non si è ancoracapita la portata. Questo fa la differenza. Ma tant”è.
    Ad accelerarei tempi per un tentativo di soluzione è la conferenza internazionaleche si terrà giovedì a Londra e che vedrà la partecipazione di 60 paesiche in qualche modo sono coinvolti nel futuro afghano e speriamocontribuiscano a una soluzione che valga per tutti. Alla vigilia siassiste a una gran fermento, tutti si stanno posizionando: gli Statiuniti con il generale McChrystal, i presidenti afghano e pakistano sonoriuniti ad Ankara sotto l”egida della Turchia, la Merkel riunisce ilsuo gabinetto, la Gran Bretagna si esprime, anche se non sui tempi, conil ministro della difesa, il rappresentante speciale dell”Onu inAfghanistan Kai Eide va oltre chiedendo la cancellazione di alcuni deitaleban dalla lista dei terroristi e il rappresentante americano perl”Afghanistan Richard Holbrooke si dice d”accordo nel rivedere lalista. E l”Italia che fa? Aspetterà la decisione degli altri peraccodarsi? Ancora una volta si rinuncia ad avere un ruolo politico dipace, persino quando potrebbe approfittare delle dichiarazioni delgenerale McChrystal che parla di soluzione politica inevitabile in ogniconflitto. Otto anni di guerra non sono forse già troppi?

 

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