L''impunità annunciata' | Giuliana Sgrena
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L''impunità annunciata'

la corte di cassazione ha respinto il ricorso. caso chiuso

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20 Giugno 2008 - 11.52


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Ingiustizia è fatta. E dovremo anche pagare le spese per aver osato chiedere giustizia per essere stati bersagliati dal fuoco degli alleati americani. Una doppia beffa. Proprio come per le vittime di piazza Fontana. Come avevamo potuto sperare in uno scatto d”orgoglio della nostra giustizia, dopo che i nostri rappresentanti politici si erano prostrati davanti all”amico George W. Bush, giunto ormai al suo tramonto politico? Il clima che respiriamo in Italia è certo il meno adatto per parlare di giustizia e di sovranità. Quale sovranità dell”Italia dopo che il nostro paese è diventato un cortile di casa di tipo sudamericano, con la giustizia sotto tiro e l”esercito per le strade?L”impunità è garantita ai soldati americani, lo sarà anche ai nostri quando si troveranno a un posto di blocco? Forse ci eravamo scordati il Cermis e tutto il resto? E chissà perché gli iracheni, loro sì con uno scatto d”orgoglio sovrano nonostante lo stillicidio quotidiano dell”occupazione, continuano a battersi contro quell”accordo bilaterale che Bush prima di uscire di scena, e prima della fine del mandato Onu, vuole imporre a Baghdad per il futuro. Libertà d”azione per le truppe americane e impunità per soldati, tutti, e mercenari, chiede Bush. Certo perché il lavoro sporco non lo fanno solo i Lozano di turno ma anche i mercenari, compresi quelli di casa nostra. Perché gli iracheni si ostinano ad opporsi dopo che persino gli italiani hanno abdicato alla propria sovranità e riconoscono il diritto all”impunità? L”arroganza ha vinto. Ancora una volta.Dopo tre anni di ricerca ostinata di giustizia, per Nicola, per noi, tutto crolla. La sensazione di vuoto, di impotenza, di vertigini e di nausea. Giustizia non s”ha da fare, non è compatibile con la situazione internazionale, con gli interessi del nostro paese. Che fare? C”è ancora qualcuno in questo mondo, qualche istanza internazionale in grado di difendere i diritti umani anche contro l”esercito americano, anche contro l”America di Bush?Torna il buio pesto, l”incubo di quella notte, il 4 marzo 2005 a Baghdad. La ferita dell”Iraq torna a bruciare, risento le pallottole che si abbattono, numerose, su di noi. Vetri che si infrangono, spari, voci concitate, silenzio. Ma forse non è silenzio, è solo Nicola che non parla più. Era lui che mi stava riportando alla libertà, è stato lui a proteggermi dal fuoco americano, non può tacere, non può andarsene proprio adesso. Sento su di me il peso del suo corpo colpito a morte. Ma è una morte che non pesa sulle coscienze di chi quando è tornato a casa in una bara l”ha celebrato come un eroe. Non occorre essere un eroe per meritare giustizia, ma non basta essere eroi per essere ricordati da un paese che sta perdendo la memoria di se stesso. Un”altra pagina oscura dell”Italia da cancellare.Ma non è possibile dimenticare. Questa sentenza riapre una ferita profonda.’

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