Se l”11 settembre ha aperto gli occhi agli americani, ha detto Gates, «sono molto preoccupato che molta gente sul continente non comprenda la portata della minaccia diretta alla sicurezza dell”Europa». L”obiettivo è ottenere più truppe per l”Afghanistan, del resto era stato proprio l”11 settembre a scatenare la guerra contro il paese che ospitava Osama bin Laden. Gli Stati uniti convinti – a torto – che la dottrina Petraeus funzioni in Iraq tornano a preoccuparsi di Kabul. Se al Qaeda riduce il flusso verso l”Iraq, come ha detto ieri Petraeus, è perché si sta nuovamente rafforzando in Afghanistan. E la Nato anche: non può perdere la prima guerra fuori dai confini istituzionali. Il ministro alla difesa Usa Robert Gates accusa gli alleati europei: «È in gioco la Nato», non può esserci un”Alleanza a due velocità. Gli Usa chiedono altri 7.000 uomini da aggiungere ai 45.600 presenti. Il Pentagono è disposto a inviare altri 3.200 marine, e gli altri? L”unico europeo disposto a concessioni sembra per ora Sarkozy, con 1.000 uomini. Gli altri governi devono fare i conti con le opinioni pubbliche non certo favorevoli alla guerra in Afghanistan.Non solo di numeri si tratta, ma anche di strategie legate alle valutazioni sul terreno. Non tutti sono convinti che la guerra si vincerà e soprattutto alcuni ritengono che non si può vincere solo militarmente, la Russia e la Gran Bretagna lo hanno già sperimentato in passato. Gli Usa sono i principali fautori della soluzione militare, anche se non hanno tralasciato le trattative con i taleban e con i capi tribali (modello ora applicato in Iraq e già fallito in Afghanistan)e puntano sull”aumento di truppe. Soprattutto vogliono più uomini sul terreno di combattimento nel sud del paese ed è proprio il coinvolgimento nella guerra che alcuni paesi, come la Germania, non si possono permettere. Se l”equazione Usa è: pashtun uguale taleban uguale terroristi, questa guerra non potranno mai vincerla, non potranno sterminare tutti i presunti «terroristi» e con la politica della terra bruciata non otterranno mai un appoggio locale. E” quello che pensano ormai anche i britannici che hanno avviato trattative in proprio con i «taleban moderati». L”iniziativa britannica ha mandato su tutte le furie il presidente Karzai, che conta sempre meno e lo sa. Ostaggio dei signori della guerra e della droga, e della corruzione, Karzai è sempre più nell”angolo e accusa la Gran Bretagna di avergli sottratto anche il controllo della provincia di Helmand, per aver permesso il ritorno dei taleban. Per vendicarsi ha impedito che il candidato britannico Paddy Ash-down diventasse il rappresentante afghano dell”Onu.Peraltro l”Italia (invece apprezzata da Karzai per l”appoggio al suo governo) non ha proposto un candidato alla guida dell”Onu in Afghanistan pur continuando a sottolineare che accanto ad un impegno militare occorre una inziativa politica. Quale occasione migliore? Anche la rappresentanza Ue si libera, ma l”Italia ha scelto di candidare un rappresentante alla Nato e abbiamo tutte le ragioni per ritentere che l”obiettivo non sia quello di sovvertire l”impostazione dell”Alleanza atlantica. giuliana sgrena’
Bush e lo spettro del terrorismo
Gates ricatta gli europei sulla Nato a Kabul
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12 Febbraio 2008 - 11.52
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