Algeria, Fln vince senza entusiasmo | Giuliana Sgrena
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Algeria, Fln vince senza entusiasmo

Scarsissima partecipazione al voto, soprattutto dei giovani

Algeria, Fln vince senza entusiasmo
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19 Maggio 2007 - 11.52


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Senza sorprese il risultato delle elezioni legislative algerine: il Fronte nazionale di liberazione (Fln, ex partito unico) si conferma al primo posto con 136 seggi, ma ne perde 63 rispetto al 2002. Seguono gli altri due partiti della coalizione governativa, più nota come «alleanza presidenziale»: il Raggruppamento nazionale democratico che aumenta di 14 seggi la sua presenza all”Assemblea nazionale arrivando a 61 deputati e il Movimento sociale per la pace (Msp, ex Hamas) che ottiene 52 seggi (14 in più), probabilmente intercettando i voti del movimento islamista più radicale, al Islah, in caduta libera senza il leader Djaballah. L”opposizione vede al primo posto il Partito dei lavoratori (26 seggi), trotzkista, guidato dalla combattiva Louisa Hanoune che ha sempre sostenuto la necessità di un accordo con gli islamisti e ha trovato nella politica di «riconciliazione nazionale» del presidente Abdelaziz Bouteflika la sua realizzazione. Ma di Bouteflika ha apprezzato anche la decisione di respingere la legge varata dal parlamento che prevedeva privatizzazioni nel settore energetico. Hanoune, unica donna capolista, ha puntato la sua battaglia sulla lotta alla globalizzazione, la difesa della sovranità nazionale, anche in campo economico, ispirandosi alla politica di Chavez in Venezuela. A ruota il Raggruppamento per la cultura e la democrazia (Rcd, 19 seggi), che aveva boicottato le ultime elezioni in linea con il movimento di rivolta della Kabylia. Il Rcd si afferma come primo partito a Tizi Ouzou e Bejaia (grande e piccola Kabilya), rafforzando così il suo connotato berbero. Seguono numerosi partiti (in tutto 23), alcuni dei quali con una presenza minima di 1 o 2 deputati, 33 sono invece gli indipendenti. L”«alleanza presidenziale» si è confermata al governo con una maggioranza di 249 seggi, ma sarà sempre Abdelaziz Belkhadem a guidarlo? Circolano voci di cambiamenti. Comunque non dovrebbe essere sottovalutata la scarsa affluenza alle urne, un minimo storico di 35,65, 10 punti in meno del 2002. Ampiamente attesa dopo una campagna elettorale senza entusiasmi che si è svolta nell” indifferenza della maggior parte degli algerini, l”astensione è comunque una denuncia della sfiducia nelle istituzioni. Questo assenteismo non può infatti essere attribuito al boicottaggio perorato dal Fronte delle forze socialiste di Ait Ahmed, dagli ex leader del disciolto Fis, Abassi Madani e Ali Benhadj (che secondo al Jazeera sarebbe stato arrestato ieri per dichiarazioni rilasciate all”emittente del Qatar), e dai salafiti di al Qaeda nel Maghreb. Gli algerini, vaccinati da anni di terrorismo, non sembrano disposti ad accettare il diktat di chi si è affiliato alla rete di Osama bin Laden. Si tratta di una astensione motivata dal fatto che il parlamento è stato svuotato di poteri da un presidente che preferisce governare con decreti o veti sulle leggi. Inoltre i parlamentari hanno scarso contatto con una realtà esplosiva dal punto di vista sociale. Questo scarto tra politica e società evidenziato dalla scarsa partecipazione al voto (soprattutto dei giovani) non sembra tuttavia preoccupare il governo. Il ministro degli interni, Nourredine Yazid Zerhouni, presentando i risultati elettorali ha infatti parlato di «partecipazione importante e rispettabile» e ha poi paragonato la situazione algerina a quella degli Stati uniti e dell”Italia, dove, secondo il ministro, in recenti elezioni legislative la partecipazione sarebbe stata del 31 per cento. ‘

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