La società dell''Islam' | Giuliana Sgrena
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Fetwa e sharia, quale rapporto con la legislazione civile? La religione strumentalizzata dai terroristi. Codice della famiglia e aborto secondo il teologo

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19 Marzo 1998 - 11.52


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Scalpore aveva suscitato un paio di settimane fa la notizia che l”Alto consiglio islamico algerino aveva emesso una fetwa (sentenza coranica) favorevole all”aborto per le donne stuprate dai terroristi dei gruppi islamici armati. Immediate le reazioni. Negative da parte di Hamas che innanzitutto ritiene si debba difendere il diritto del bambino a nascere, ma negative anche da parte di femministe che ritengono che la scelta spetti alla donna e non sia opportuno chiedere il parere del Consiglio islamico. Attualmente in Algeria è permesso l”aborto terapeutico (in caso di pericolo per la salute fisica o mentale della madre) fino a tre mesi e per alcune donne basterebbe questa legge (peraltro frutto di un”altra fetwa) a permettere l”interruzione di gravidanza.Dopo le polemiche suscitate in tutto il mondo musulmano, il presidente dell”Alto consiglio islamico, Abdelmadjid Meziane, da noi intervistato, rettifica e sostiene che non è stato ancora emesso il parere richiesto. Tuttavia resta una contraddizione di fondo per un paese come l”Algeria: la legge civile viene sottoposta al vaglio dell”Alto consiglio islamico che ne verifica la compatibilità con la sharia (legge coranica).Abdelmadjid Meziane proviene da una famiglia di imam, per dieci anni ha insegnato Storia del pensiero musulmano all”Istituto pontificio di Roma ed è anche uno dei fautori del dialogo tra cristiani e musulmani. Già ministro della cultura è stato nominato in gennaio dal presidente Zeroual a presiedere l”Alto consiglio islamico.Qual è il rapporto tra legge islamica e legislazione civile e qual è il ruolo dell”Alto consiglio islamico?L”Alto consiglio islamico è un organo consultivo che emette il proprio parere ogni volta che viene interpellato su leggi che potrebbero trovarsi in contraddizione con i principi del diritto musulmano. Occorre segnalare che il diritto positivo e il diritto musulmano si trovano fondamentalmente in perfetta armonia poiché derivano dalla stessa razionalità sociale. Ma il legislatore civile, che si innova costantemente, può suscitare dei problemi che richiedono il parere dello specialista del diritto musulmano in modo che i principi dell”islam vengano rispettati. Visto dall”esterno questo metodo può apparire curioso, poiché le leggi civili sono sufficienti. Ma in un paese dove l”islam è la religione di stato, è necessario evitare falsi conflitti, vegliando sulla buona armonia delle leggi civili. L”idea stessa dell”islam religione di stato deve essere spiegata come riflesso della realtà sociologica, perché una laicità teorica e rigida non può essere applicata su una costituzione che concepisce la propria laicità nel rispetto delle religioni.Qual è il peso di una “fetwa” dell”Alto consiglio islamico rispetto alla legislazione civile?Traduciamo intanto la parola fetwa per sgombrarla dalla copertura oscutantista attribuitagli dalla stampa. Si tratta di un parere dato per una consultazione giuridica o teologica. Sullo stesso tema possono essere dati pareri diversi, perché non esistono autorità clericali che possano imporre il loro diktat, il clero non esiste in terra d”islam. C”è tuttavia l”autorità morale degli uomini di legge e dei teologi riconosciuti sia come specialisti sia come personalità inattaccabili sul piano morale. Lo stato istituzionalizzandone la funzione ha evitato di snaturarne le attribuzioni fondamentali che devono restare consultive. Il peso della consultazione è quindi innanzitutto morale e può servire da riferimento ai legislatori civili, ma senza nessuna costrizione.Questo è quello che avviene in Algeria.Ci sono però delle “fetwa” che possono essere pericolose in alcuni regimi islamici?Non si può rispondere in maniera generale a questa domanda, occorre fare delle distinzioni.I paesi detti islamici, monarchie o repubbliche, sono numerosi. Ci sono tutti i paesi del Golfo e il Pakistan, il Marocco e la Mauritania, da una parte. E poi c”è la Repubblica islamica d”Iran e lo stato ancora indefinito dell”Afghanistan, che potrebbe diventare anch”esso una repubblica islamica. Sono queste due entità che richiamano l”attenzione per la loro radicalizzazione nell”islam politico. In Iran la battaglia è ancora aperta tra potere teologico e potere civile. L”infallibilità del teologo concepita dalla dottrina sciita comporta che il teologo sia la guida suprema: “L”imam”. Non c”è quindi più un “diktat” con l”aureola dell”infallibilità. Tutto è discutibile, attaccabile e riformabile. L”idea stessa di teocrazia è quindi da spiegare e confutare.In Afghanistan i Taleban e i loro nemici traggono la loro autorità solo dagli atti di guerra. Nella forma si sottomettono alle leggi religiose e asservendo la religione al loro potere emettono i loro diktat. Non si devono dunque criminalizzare le leggi ma i poteri che le emettono.L”incidenza di questi fatti sulla società può essere misurata solo attraverso l”analisi realistica di ogni regime, di ogni fonte di legislazione, e dell”impatto reale o solamente teorico di ogni legge, di ogni consultazione teologica o giuridica.La “fetwa” non è una legislazione, ma i terroristi integralisti se ne servono per legittimare i loro assassinii. Si tratta di una cattiva interpretazione dell”islam?Il terrorismo in terra di Islam ha le sue specificità in rapporto al terrorismo mondiale. Esprime la sua rivolta assoluta e si giustifica ideologicamente con la condanna globale della società perché depravata e deislamizzata. L”islam popolare gli fornisce delle giustificazioni teologiche proclamando che la società del male deve essere distrutta.Non è una specificità algerina, ma possiamo affermare che l”internazionale integralista ha investito soprattutto in Afghanistan e in Algeria.Le fetwa diventano quindi un dettaglio in questo movimento politico che ha preso la scorciatoia del terrorismo per destabilizzare i regimi esistenti seminando lo smarrimento nella società. La manovalanza del terrorismo, analfabeta politicamente, non è altro che una macchina da guerra psicologicamente immunizzata dalla fetwa. L”islam così strumentalizzato dalla politica non ha niente a che vedere con l”islam che proclama che “distruggere una vita umana equivale alla distruzione di tutta l”umanità, e ridare la vita a un essere umano equivale a ridare vita a tutta l”umanità”.Ma se l”Alto consiglio islamico fosse nelle mani di islamisti radicali, le “fetwa” potrebbero avere effetti diversi.L”Alto consiglio islamico è una istituzione dello stato. I membri sono nominati e revocati dal capo dello stato. Se i radicali dovessero essere in maggioranza potrebbero emettere dei pareri di cui non si terrebbe conto. Si tratta di un pericolo immaginario, l”organizzazione e il funzionamento non permettono una simile anomalia.Qual è la posizione dell”Alto consiglio islamico sul codice della famiglia algerino?Il Codice algerino della famiglia è una questione aperta al dibattito in tutte le istanze. Un dibattito che appassiona i movimenti di opinione che sostengono la riforma e anche quelli che sono per la conservazione. Un approccio decisivo dovrebbe essere quello scientifico. Le istanze amministrative e giudiziarie dovrebbero essere consultate sui disastri causati dal codice nei confronti dei bambini, delle donne e della coesione familiare in generale. Occorrerà anche sciogliere il nodo della tradizione, in cui patriarcato e agnazione pre o para-islamico si sono imposti al diritto musulmano molto aperto alle tradizioni dei popoli.E” dunque una questione ancora aperta, sottoposta alla ricerca e alla riflessione di tutti i cittadini e cittadine che possono apportarvi chiarimenti.Alcuni interventi d”emergenza potrebbero regolare una parte dei problemi, ma il dossier con tutte le sue implicazioni sociali, economiche, dell”educazione e morali resta aperto. L”Alto consiglio non può dunque trattare la questione senza tener conto di ampie consultazioni. Dovrà anche tener conto delle dimesioni spirituali, morali e educative della famiglia in quanto base della vita sociale.Si è parlato di una “fetwa” dell”Alto consiglio islamico sull”aborto per le donne stuprate dai terroristi. Di che si tratta?La questione del parere dell”Alto consiglio sulle vittime di stupri da parte dei terroristi è stata travisata dalla stampa algerina e ha provocato una certa agitazione negli ambienti femminili. Si tratta di una questione dai molteplici aspetti: medico, giuridico e morale.In linea di principio le nostre leggi pongono dei limiti per evitare abusi. E anche i casi che derivano da fatti eccezionali non devono aprire la strada agli abusi.Non possiamo d”altronde emettere il nostro parere solo in teoria. I casi devono essere descritti e conosciuti scientificamente. E” per questo che abbiamo chiesto la formulazione di un dossier preciso prima della consultazione. La precauzione da prendere riguarda sia la legge civile che la morale. Nel nostro universo contemporaneo, non vi è ancora una società che prenda il problema dell”aborto alla leggera, in quanto rimuove profondamente le coscienze e interpella sul diritto alla vita e alla morte in tutte le sue implicazioni. Se non fosse così la medicina avrebbe risolto il problama senza fare ricorso alla legge e alla religione.’

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