La rivoluzione è donna (e non è finita)

Durante la Primavera araba abbiamo viste sfilare in corteo migliaia di donne giovani e non, casalinghe e studentesse, unite dallo stesso desiderio di cambiamento.

La rivoluzione è donna (e non è finita)
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12 Giugno 2014 - 19.31


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Durante la Primavera araba abbiamo viste sfilare in corteo migliaia di donne giovani e non, casalinghe e studentesse, unite dallo stesso desiderio di cambiamento. Sono state le protagoniste assolute di quel breve periodo. Le hanno raccontate i giornalisti televisivi, fotografate i tanti fotoreporter che si erano precipitati in quei paesi alla caccia della foto dell”anno. Piano, piano i colori della primavera hanno assunto la cupezza dell”inverno e di quelle donne non si è più parlato.

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A tutte loro ha ridato luce “Rivoluzioni violate” di Giuliana Sgrena (il Saggiatore), un saggio che ripercorre quei momenti e li confronta con la situazione attuale. Inequivocabile il sottotitolo: Primavera laica, voto islamista. La forza femminile araba ha spaventato gli uomini che hanno cercato di riprendere in mano la situazione facendo appello al Corano che sottolinea la superiorità dell”uomo, i partiti islamisti si sono trasformati nei portavoce degli antichi codici patriarcali.

«Quando il potere religioso mostra i suoi limiti e il fallimento del progetto politico, economico e sociale appare in tutta la sua evidenza, intervengono i militari». Se sui nostri giornali si è letto che la straordinarietà delle rivoluzioni è stata la capacità di usare strumenti tecnologici per comunicare – i social network – non si può ignorare la motivazione principale che le ha determinate: la rivendicazione della dignità, della parità di genere. Tante le donne che hanno incontrato la scrittrice per rivelarle i loro legittimi sogni.

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Per tutti noi, che viviamo questo diritti da sempre, immaginarci senza. Ecco Manal al Sharif che si batte per permettere alle donne di guidare in Arabia Saudita, la sua foto al volante ha fatto il giro del mondo. Basma Khalfaoui, vedova del leader della sinistra laica tunisina, Chokri Belaid assassinato nel 2013, rompendo un tabù ha invitato le donne a seguire la bara del marito, a loro non è permesso andare ai funerali. Tawakkul Karman, protagonista della rivolta nello Yemen, premio Nobel per la pace 2011, Djedjiga Imache egiziana che scrive all”Occidente la sua speranza spezzata. Giuliana Sgrena conosce bene l”universo arabo, vi ha vissuto per alcuni periodi, lo segue con attenzione fin dai primi anni Novanta, quando esplose la prima rivolta algerina.

Con uno sguardo sensibile e intelligente ci accompagna in un viaggio documentato e indimenticabile. Un”analisi profonda sulla condizione della donna, della famiglia, nei paesi arabi oggi sempre più dilaniati dai conflitti interni. Non potremo più dire non ci avevamo pensato.

di Grazia Lissi il Sole 24 ore 4 maggio 2014

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