A Grpund zero la moschea è utile

intervista a Jabbar Yassin Hussin

A Grpund  zero la moschea è utile
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20 Agosto 2010 - 11.52


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Jabbar Yassin Hussin, scrittore e poeta Il progetto di costruire una moschea a New York nelle vicinanze di Groud zero, diventato il luogo simbolo della strage dell”11 settembre, ha suscitato grandi polemiche. Così come le dichiarazioni del presidente Barack Obama che si era espresso in un primo tempo a favore e poi, di fronte alle critiche, ha corretto la sua posizione affermando che si riferiva solo al diritto di chiedere la costruzione di una moschea e non a quel progetto in particolare. Il dibattito sta coinvolgendo l”opinione pubblica, musulmana e non, e la stampa internazionale. Noi abbiamo chiesto il parere sull”opportunità di costruire una moschea a Ground zero a uno dei maggiori scrittori e poeti del mondo arabo, Jabbar Yassin Hussin, che in italiano ha pubblicato Il lettore di Baghdad. «Io sono iracheno di cultura musulmana – dice – ma cittadino del mondo e giudico le cose in rapporto al luogo in cui succedono. La costituzione americana garantisce la libertà di fede e dei luoghi di culto per tutte le comunità che vivono in America, indipendentemente dalla loro origine. Dunque dal punto di vista giuridico e costituzionale i musulmani hanno tutti i diritti di costruire moschee, anche nei luoghi simbolici. L”umanità non può restare sempre legata ai simboli del dolore, Hiroshima da una parte e l”11 settembre dall”altro. Penso che si debba uscire da schemi legati ai simboli. Sappiamo che negli Usa c”è un”ondata antimusulmana dopo l”11 settembre e costruire una moschea a Ground zero al contrario può rappresentare un simbolo della fraternità tra le comunità, per l”integrazione dei musulmani americani e di recente migrazione e poi le religioni hanno dei principi che fanno appello alla tolleranza, alla pace anche se la realtà mostra il contrario sia nella religione ebraica, cristiana o musulmana. Questo non vale solo per gli Stati uniti… Io ero contro l”idea di costruire una moschea a Poitiers, è un luogo simbolico per i francesi perché è qui che Carlo Martello nel 732 ha fermato l”avanzata dei musulmani verso l”Europa. Poi, dopo aver discusso con alcuni responsabili locali, mi sono reso conto che dal punto di vista simbolico una moschea ben visibile può mettere fine a quell”immaginario di idee razziste e di segregazione in nome delle quali si sono combattute le guerre. L”umanità non può fossilizzarsi sull”epoca romana o greca, occorre rinnovare continuamente le idee e i simboli per andare avanti. Allora tu hai apprezzato la posizione del presidente statunitense Barack Obama, anche se poi si è un po” contraddetto… Sì sono assolutamente d”accordo e trovo che occorra avere questo coraggio quando si è presidente, soprattutto degli Stati uniti. D”altra parte questa posizione va in un senso che favorisce gli americani e non i musulmani, oggi gli Stati uniti sono implicati in due grandi conflitti che coinvolgono due paesi musulmani – l”Afghanistan e l”Iraq – quindi è positivo per gli americani cercare di migliorare l”immagine degli Usa nei confronti dei musulmani, frenare l”odio dei jihadisti nei confronti degli Stati uniti. D”altra parte il presidente si chiama Hussein Barack Obama.’

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