Yemen, il terzo fronte

La Casa bianca prepara l''offensiva '

Yemen, il terzo fronte
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31 Dicembre 2009 - 11.52


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Dopol”attentato fallito sul volo per Detroit, che ha mostrato le falle delsistema sicurezza, la Casa bianca prepara un”offensiva contro il paesearabo
Sarà lo Yemen il nuovo fronte della guerra contro ilterrorismo lanciata dagli Stati uniti? È quanto lasciano intendere lereazioni a caldo del presidente Barack Obama al fallito attentatocontro l”aereo diretto a Detroit. Otto anni di guerra antiterrorismo inAfghanistan non hanno sconfitto Osama bin Laden, anzi hanno allargatoil fronte delle cellule terroristiche che si estende dall”Indonesia alMaghreb passando per la Somalia, anche se gli obiettivi non sono semprecosì ambiziosi come quello recentemente sventato.
Eche la mano del giovane nigeriano Abdulmutallab fosse armata daijihadisti lo dice la rivendicazione di al Qaeda della penisola arabica,una formazione nata nel 2008 e che ha la base operativa nello Yemen.Dallo Yemen è infatti partito l”aspirante suicida che in quel paese,dove era entrato con il pretesto di imparare l”arabo dopo aver studiatoa Londra, era stato addestrato e rifornito di esplosivo.
Gli Statiuniti dimostrano tutta la loro vulnerabilità (il servizio di sicurezzafa acqua da tutte le parti se nemmeno la denuncia del padre diAbdulmutallab era stata presa nella dovuta considerazione) mentre lecellule di al Qaeda sono più attive che mai, anche in Occidente. Apartire dallo Yemen, da dove era partito anche il padre di Osama binLaden per trasferirsi nella vicina Arabia saudita dove si sarebbearricchito lavorando per la famiglia reale. Lo Yemen è uno dei paesipiù poveri della regione, ancora frammentato dalle controversie tribalie dilaniato dagli scontri interni. Il governo è in conflitto con ilMovimento del sud che rivendica l”indipendenza (lo Yemen si erariunificato nel 1990, anche se non si può certo parlare di unità) e conla minoranza zaidi al nord. Gli zaidi, di origine sciita in un paese astragrande maggioranza sunnita, guidati da Abdul Malik al Houthi sisono ribellati al potere centrale nel 2004, per protesta control”emarginazione sociale, politica ed economica. Il governo di Sanaa,che accusa l”Iran di finanziare gli zaidi, lo scorso agosto ha decisodi mettere fine alla ribellione con l”operazione Terra bruciata, che haprovocato molti morti e sfollati. Secondo voci del governo Houthi, illeader del movimento sarebbe morto a causa delle ferite subite in unraid aereo. Il suo gruppo non ha commentato la notizia, ma se sidovesse confermare la morte del leader, che aveva il compito diannunciare le condizioni concordate con il governo per un cessate ilfuoco, il vuoto politico lasciato dalla sua scomparsa non favorirebbela tregua.
Ancor più pericoloso è il terzo nemico del presidente AliAbdallah Saleh, al potere dal 1978: al Qaeda della penisola arabica. Ilnuovo ramo di al Qaeda, operativo in Arabia saudita oltre che nelloYemen, è stato rafforzato dall”assunzione della leadership da parte diNasir Wuhaishi, nominato da Ayman al Zawahiri, numero due di al Qaeda.Il suo vice è Said Ali al Shihri, ex detenuto di Guantanamo incarceratoin Arabia saudita e rilasciato nel 2007. Proprio questo coinvolgimentodi ex detenuti di Guantanamo nelle nuove cellule di al Qaeda avevaindotto gli Usa recentemente a temporeggiare sulla consegna di seidetenuti yemeniti alle autorità di Sanaa, che tuttavia non hanno mairilasciato facilmente i detenuti avuti in consegna. Ciò non ha impeditoad alcuni di loro di evadere, Wuhaishi era infatti tra 23 ex detenutidi Guantanamo evasi da un carcere yemenita.
Lo Yemen è diventato unpaese di strategica importanza, e non solo per al Qaeda. Traffici diarmi, addestramenti, preparazione di operazioni che si materializzanoin Iraq, Afghanistan, Nord Africa, Asia e Libano, hanno come base loYemen. Del resto non sono mancati gli attacchi nella regionerivendicati da al Qaeda: l”attentato alla zona residenziale di Khobarin Arabia saudita, nel 2004, che aveva provocato 22 morti; l”attaccosuicida contro il complesso petrolifero dell”Aramco nel 2006. In Yemen,nel golfo di Aden, già nel 2000, al Qaeda aveva colpito la nave daguerra americana Uss Cole uccidendo 17 marinai.
Al Qaeda non sarebbeestranea nemmeno all”attività dei pirati che sequestrano le navi dipassaggio nel Golfo di Aden e ottengono importanti riscatti per il lororilascio. Del resto il collegamento tra Yemen e Somalia, altro paesesenza controllo dove al Qaeda ha trovato terreno fertile, è costituitoproprio dal golfo di Aden.
Il governo yemenita da parte sualamenta l”incapacità di far fronte ad al Qaeda per scarsità di mezzicosì gli Stati uniti hanno cominciato a fornire a Sanaa armi e supportotecnologico per i raid aerei, sostiene il New York Times. Tuttavia nonsempre i target sono jihadisti. Così è successo anche recentemente inun attacco nella provincia meridionale di Abyan. In un raid contro alQaeda, secondo un militante locale per i diritti umani, Abbas al Assal,sono state uccise 64 persone tra cui 23 bambini e 17 donne. E proprioin una manifestazione di protesta contro questo massacro ha fatto lasua apparizione un comandante di al Qaeda a volto scoperto che haarringato la folla accusando gli Stati uniti di essere gli autori delraid. «Noi lanciamo bombe contro i nemici di dio», aveva detto. Eancora: «Soldati, dovete sapere che noi non vogliamo combattervi. Ilproblema è con gli Stati uniti e i loro alleati. Attenti a nonschierarvi con l”America».

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