Taslima Nasreen è di nuovo in fuga, costretta a lasciare l”India che aveva scelto come suo secondo paese dopo che il Bangladesh, dove era nata, l”aveva ripudiata. Medico, scrittrice e femminista. Soprattutto femminista, che ha messo la sua penna al servizio delle donne e dei loro diritti. Il mestiere di ginecologa le aveva aperto gli occhi, si era trovata di fronte ad atrocità commesse contro le donne e dopo aver visitato una ragazzina hindu violentata da un musulmano aveva denunciato il fatto. Gli islamisti non l”hanno mai perdonata, soprattutto dopo che quel dramma è stato raccontato nel suo libro dal titolo Lajja (Vergogna), pubblicato nel 1993 e tradotto in molti paesi.I fondamentalisti l”hanno condannata a morte (all”impiccagione) con una fatwa e sul suo capo pende anche una taglia. Il governo anziché difenderla ha giustificato la condanna perché lei aveva urtato i sentimenti religiosi dei musulmani e ha emesso un mandato di cattura. E ha avuto gioco facile perché dal 1988 la costituzione del Bangladesh è stata cambiata la sua impostazione laica è stata abolita e l”islam è stato proclamato religione di stato. In Bangladesh le opere di Taslima Nasreen sono vietate.Da quattordici anni la scrittrice è costretta a girare il mondo da apolide, il suo status è un esilio permanente nonostante i numerosi premi ricevuti per il suo coraggio e la sua lotta al fianco delle donne. Da Stoccolma a Parigi, da New York a Calcutta: brevi soste in alberghi, passaggi ai festival di letteratura e poi via all”aeroporto, un altro volo, un”altra meta. Sempre in fuga. Alla fine sembrava che Calcutta, la città che le ricordava i suoi luoghi natali, potesse essere il suo rifugio, aveva anche ottenuto un permesso di soggiorno, ma poi la sua presenza non è stata più tollerata dai fondamentalisti e così le autorità, per evitare problemi, hanno fatto di tutto per allontanarla; per un periodo era stata costretta a vivere praticamente «agli arresti domiciliari» protetta dalla polizia in un luogo sconosciuto della capitale indiana Nuova Delhi. Il suo ultimo libro, non a caso, si intitola Dalla mia prigione.Conosciamo molte femministe musulmane, ma le posizioni di Taslima Nasreen sono sicuramente tra le più esplicitamente laiche. Sostiene che «il secolarismo è il passaggio necessario per la promozione dei diritti delle donne, e che gli standard di moralità non devono dipendere da regole sociali o religiose. Gli standard morali devono dipendere dalla somma dei fattori sociali, culturali e strutturali. Scegliere un fattore come la religione porta inevitabilmente a una società ingiusta».Non si tratta solo di difendere i diritti delle donne, Taslima va alla radice del problema e a scatenare le ire e le aggressioni dei fondamentalisti nei suoi confronti sono le sue affermazioni sulla religione che le hanno procurato anche una accusa di apostasia. «Per me l”islam è incompatibile con i diritti dell”uomo e della donna. Non è dell”islam che abbiamo bisogno per combattere l”ignoranza ma di un codice civile basato sull”uguaglianza dei sessi e di un”educazione laica per tutti». E considera il Corano un libro superato che può essere considerato un documento storico ma non un punto di riferimento oggi. Sono posizioni e affermazioni che non possono essere tollerate dai fondamentalisti che tuttavia non sono riusciti a intimidirla. Lei continua a scrivere e a denunciare le discriminazioni e le violenze contro le donne, come ha fatto quando ha ricevuto il premio dell”Unesco per la promozione della tolleranza e della non violenza nel 2004.Le storie di ragazze stuprate e che hanno subito violenza in Bangladesh come in molti altri paesi, musulmani e non, sono innumerevoli. Taslima Nasreen ama ricordare la storia di Yasmin, una ragazza di 15 anni. Domestica presso una famiglia era stata violentata dal suo padrone. Scappata dalla casa dove era a servizio, mentre cercava di raggiungere la casa dei genitori a piedi veniva fermata da dei poliziotti che le avevano proposto, per proteggerla, di accompagnarla con il loro furgone. Che cosa era successo allora? A loro volta i poliziotti l”avevano violentata e poi uccisa, il corpo della ragazza era stato poi buttato tra i cespugli. Quando la notizia si è diffusa, la popolazione del villaggio ha manifestato contro la polizia. I poliziotti hanno sparato contro la folla uccidendo sette manifestanti. Il giorno dopo il governo ha dichiarato che Yasmin era una prostituta e che i poliziotti avevano tutto il diritto di trattarla come l”avevano trattata! Una storia come tante altre, troppe altre, di fronte alle quali non si può tacere. Taslima Nasreen non tace e rischia la propria vita ogni giorno.TASLIMA NASREENTaslima Nasreen, 46 anni, medico, scrittrice e femminista, da anni è impegnata nella denuncia delle discriminazioni delle donne nei paesi musulmani. Nel 1994 ha dovuto abbandonare il suo paese natale, il Bangladesh, perché condannata a morte dai fondamentalisti islamci che l”accusano di apostasia per le sue posizioni sulla religione e sul Corano. Da allora vive spostandosi in continuazione da un paese all”altro, sempre in fuga senza una dimora fissa.Ha ricevuto diversi premi, tra i quali il premio Sakharov del parlamento europeo e quello dell”Unesco-Madanjeet Singh 2004.La prima pubblicazione di Taslima Nasreen è stato un libro di poesie, ma a renderla famosa è stato il libro-denuncia Lajja (Vergogna), tradotto in numerose lingue. Così come in diverse lingue sono stati pubblicati altri suoi libri, ne ricordiamo alcuni: Femmes manifestez-vous, My bengali girlhood, Enfance au feminin, French lover, Une jeunne femme en colere, Femmes, La hermana de Napur.È appena uscito in Francia l”ultimo suo libro De ma prison.SENZA PACELa scrittrice bengalese ha deciso di lasciare Calcutta, dove era rientrata lo scorso agosto. Nasreen è partita circa un mese fa, ma la notizia è stata resa nota solo ieri attraverso un”intervista che lei stessa ha rilasciato all”agenzia di stampa indiana Press Trust of India.Il governo indiano non le ha rinnovato il permesso di soggiorno ‘
Taslima in fuga
Costretta a lasciare l''India per le minacce dei fondamentalisti'
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16 Novembre 2008 - 11.52
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