ISLAM Tre anime dell''Algeria a confronto '

Un mese fa, il 1° agosto, veniva assassinato il vescovo di Orano, monsignor Pierre Claverie. Qualche tempo prima l''avevamo incontrato a Bastia (Corsica) durante un incontro su "Mediterranée, carrefour des solidarités" organizzato dal Festival Transm

ISLAM Tre anime dell''Algeria a confronto '
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30 Agosto 1996 - 11.52


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Un mese fa, il 1° agosto, veniva assassinato il vescovo di Orano, monsignor Pierre Claverie. Qualche tempo prima l”avevamo incontrato a Bastia (Corsica) durante un incontro su “Mediterranée, carrefour des solidarités” organizzato dal Festival Transméditerranée e allora avevamo avviato una discussione che avremmo dovuto continuare proprio ad Orano, ma purtroppo non è stato possibile.Tuttavia, in quell”occasione avevamo approfittato della presenza anche di un imam algerino, Soheib Bencheikh, e di una femminista, Zazi Sadou, per metterli a confronto. Un incontro inedito tra personaggi tanto diversi che ci sembra importante riportare non solo perché può aiutare a capire la figura e il pensiero di un uomo come Claverie, entrato nel mirino di chi scatena la propria violenza cieca contro chi predica la tolleranza, ma anche per individuare una possibile via d”uscita dalla crisi attuale. Una via che purtroppo in Algeria non è perseguita da molti. Ma quello che ci aveva colpito del vescovo di Orano – che anche i musulmani in questa città consideravano “il nostro vescovo” – era la sua speranza, quasi ottimismo. Pur essendo consapevole che altro sangue sarebbe stato versato, e non poteva certo non essere cosciente che poteva toccare anche a lui.Anche nei momenti più difficili, dopo l”assassinio dei sette monaci trappisti, non aveva mai voluto lasciare l”Algeria: “Non si lasciano i propri amici durante la tormenta”. E i suoi amici erano persone come l”imam Soheib Bencheikh che, pur vivendo in Francia, sta avendo un ruolo importante nel dibattito sulla separazione tra religione e politica che ha ripercussioni anche all”interno del paese. E femministe come Zazi Sadou, militanti instancabili della sinistra algerina e del movimento delle donne, molte delle quali erano presenti anche al suo funerale. Ma anche tanta gente comune, quella del suo quartiere ad Orano.Evidentemente però non tutti erano amici.’

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